domenica 10 maggio 2009

WABI SABI




Un attimo, sto arrivando.

Se fossi arrivato un attimo prima.
In quell’attimo tutto mi sembrò più chiaro.

Quanti attimi e momenti scandiscono la nostra vita? Moltissimi, non riusciremmo nemmeno e quantificarli, ma ci sono e incorniciano fuggevolmente la quotidianità, modificando continuamente le nostre azioni.
Wabi Sabi è un percorso attraverso questi inframezzi vitali, dove le cose vengono colte nella loro essenza più pura. Wabi Sabi luogo di ristoro mentale, alla scoperta della semplicità, ma banale che circonda l’umana esistenza.
L’intento di questo quaderno è recuperare quell’essenza preziosa, irripetibile, che attraverso l’immagine apre un piccolo universo in perfetto equilibrio. Un lavoro di riflessione e ricerca che nasce da un percorso professionale e di amicizia tra Pablo Marcato, graphic designer, Pietro Battisti e Tommaso Galli, fotografi all’interno dello studio III Millennium. Trentacinque scatti di vita quotidiana che esplorano ed esaltano attimi impalpabili.
Bellissimi perché senza pretese, sorprendenti perché normali.
Wabi Sabi è una esperienza sensibile che coglie nuovi spazi e dialoga con le forme a volte surreali, come un benzinaio poco terrestre. L’immagine ferma di un momento che passa si mostra in tutta la propria purezza, coinvolgendo emotivamente chi la guarda. La quotidianità diventa evento straordinario. Ci circonda ogni giorno, ma non riusciamo a coglierla in modo completo, il nostro occhio è ormai abituato a guardare velocemente tutto ciò che gli passa davanti. Un poeta giapponese di nome Basho scrisse nel 600 questo haiku.

Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Il rumore dell’acqua.

In questi versi è racchiusa una filosofia che ama ed esalta il semplice che sfugge. L’immagine è chiara, mostra una realtà concreta che sentiamo intimamente grazie a quella emotività spontanea che trasmette.
Ogni frame si fa interprete di situazioni superficiali che solitamente non percepiamo, sviscerandone l’essenza. Il dialogo di luci, colori e simmetrie scorre armonioso, definendo elementi che ci appartengono, routine giornaliera a basso contenuto di tempo. Ci siamo mai soffermati a pensare a cosa può trasmetterci la visione di una scarpa rotta? Una ruota? Contesti quotidiani assumono nuovi significati versando una calda normalità a risvegliare lo spirito. I samurai coltivavano i bonsai, perché dicevano che per conoscere la forza è necessario conoscere anche la dolcezza. Queste foto sono caratterizzate da una comunicazione viva, che svela la nostra parte sensibile, dove i luoghi si raccontano, gli oggetti si rinnovano e invitano a nuove interpretazioni.
L’attimo diviene un tutto, un cerchio che si chiude, un inizio e una fine, racchiuso nella bellezza del proprio accadere.

Michele Panato