martedì 21 aprile 2009




2009
Personale: Settima ovvero "Delle Vigne", Studio d'arte 70 rosso, Firenze



CRITICA

I vigneti caratterizzano il paesaggio mediterraneo ma sono spesso trascurati in favore del loro prodotto: si apprezza il buon vino senza pensare che nel bicchiere c’è una sintesi del legame antico fra l’uomo e la natura. Queste opere di Pietro Battisti – stampe fotografiche su carta trattata con pigmenti – sembrano proporre, a una prima lettura, uno spazio dominato unicamente dalle suggestive contorsioni della vite, ma a ben guardare tali scarne nervature sono il simbolo della fusione armonica dei quattro elementi. Il mobile lavoro dell’acqua è espresso dalla sinuosità dei tralci, piuttosto simili ad alghe e resi quasi trasparenti dalla sommessa fluidità dell’orizzonte. Sul fondale, anche aereo e indefinito,
i vitigni si torcono come fiamme o aspre creature dantesche. Della terra parlano le ombre, i toni dell’ocra e dell’argilla verde che, materici eppure morbidi, proiettano la vicenda nell’inquietante dimensione onirica di una grafica orientale. Con lucida e meditata acutezza l’autore ci ricorda che ogni singola forma può esaltare l’essenza, il mistero prezioso della visione.


Stefano Socci









Come Cristo in croce






Questo è il mio sangue






Come filo spinato torto e ritorto






Come un bagliore accecante






Ricurvo in me






La mia vigna zen






Il mio calvario






Chiara e il Drago






Restando nella quiete






Oggi vecchio con la schiena ricurva






Il mio vincastro






Al fronte






Nella selva oscura






Nella tempesta